Presentazione

Tommaso Ferri

La mia evoluzione artistica è una storia comune a tante altre persone dedite alle belle arti. Infatti, la mia abilità nel creare opere d'arte non è il risultato di un apprendimento scolastico, bensì era già presente, oserei dire innata, ma che ha avuto bisogno di un evento casuale affinché potessi prenderne coscienza.

Come tanti, praticamente da sempre, ero alla ricerca di una occupazione per il tempo libero (non un lavoro) che mi assorbisse piacevolmente: in pratica un hobby. Non un hobby qualsiasi però, come per esempio collezionare oggetti magari inusitati e/o inutili, ma un hobby "creativo".

In realtà questa ricerca è stata un po' una costante di sempre, che col passare degli anni ha assunto quasi l'aspetto di una esigenza.

Ho un fratello maggiore (Alfredo) che dipinge ormai da diversi decenni (purtroppo per lui, per varie ragioni, non con la frequenza e l'intensità che avrebbe voluto e che vorrebbe) ed io ho partecipato emotivamente alla sua crescita artistica. In realtà anche con un po' di invidia (affettuosa) in quanto il dipingere era quello che io consideravo un "hobby". Questo hobby però non era nelle mie possibilità: tanto tempo fa infatti, avevo provato ad imbrattare una tela ma il risultato mi aveva fatto ragionevolmente desistere.

Panta rei, 2002
Ulivo, cm 38x15x12

Così passarono diversi anni senza che accadesse nulla di significativo. Fino a che, andando a villeggiare nei pressi di Fiuggi non mi sono imbattuto in un signore (Vincenzo) molto bravo ad intagliare pezzi di legno, che si procurava nella maniera più disparata, alla ricerca di forme nascoste da tirare fuori. L'idea mi piaceva, il resto è dovuto al caso. Pochi giorni dopo infatti, durante una delle solite passeggiate pomeridiane, in un luogo dove si stavano eseguendo dei lavori di sistemazione urbanistica, vidi in terra una piccola radice (non so di quale albero fosse) che aveva un sasso incastonato. Dissi tra me e me:"chissà se riesco a tirarci fuori qualcosa". La raccolsi e così ho scoperto l'hobby che andavo cercando. Il risultato di quel primo tentativo (non eccezionale, per la verità) trovò degli estimatori che attualmente lo tengono in bella mostra nel loro soggiorno.

Successivamente, grazie al contributo determinante di vari amici che mi hanno fatto omaggio della materia prima (radici di ulivo ed altri pezzi di legno destinati altrimenti ad incrementare la temperatura e il contenuto di anidride carbonica del globo terrestre) ho potuto dedicarmi a questa gratificante e piacevolissima attività con una certa assiduità. Ho potuto così realizzare un certo numero di opere, via via sempre più articolate e complesse e, oserei dire, anche tecnicamente più raffinate che trovano un numero sempre crescente di calorosi estimatori. Questo mi dà un'ulteriore spinta a perseverare, ovviamente al di là del piacere intrinseco che mi procura quella lenta graduale asportazione del materiale superfluo alla ricerca di quelle forme in esso imprigionate che chiedono solo di essere liberate. Forme che alla fine sono visibili da chiunque, ovviamente da ciascuno filtrate attraverso la propria sensibilità.